lunedì 20 febbraio 2012

L'Equazione di Daniel Bernoulli

Partiamo dalla seguente illustrazione che rappresenta il tubo di flusso di un fluido ideale* in moto stazionario** (che sono due ipotesi fondamentali).

In figura è stata indicata la stessa quantità di massa elementare m (colorata in azzurro) in due punti diversi del tubo, rispettivamente di sezione A1 e A2 e di lunghezza ∆l1=v1∆t e ∆l2=v2∆t (dove v1 e v2 sono le velocità di spostamento dei due volumetti di fluido nel tempo ∆t); inoltre in figura p1 e p2 sono rispettivamente le pressioni esercitate sulle due sezioni elementari A1 e A2 (vedi Wikipedia):

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/20/BernoullisLawDerivationDiagram.svg

Ricordando che il lavoro fatto dalla pressione p sui due volumetti di fluido è pari a L=F∆l=pA∆l=pV (essendo la forza dovuta alla pressione F=pA e il volumetto dell'elemento uguale a V=A∆l) avremo che il lavoro LS (detto di superficie) compiuto sui due elementi del fluido è: 
LS=L1+L2=p1V1-p2V2 
dove il segno meno indica che la pressione -p2 è opposta a p1 (poiché il fluido del volume V2 frena quello di spinta del volume V1).
Nota: se il fluido è incomprimibile la densità ρ è costante, perciò se i due volumi V1=A1v1∆t e V2=A2v2∆t contengono la stessa massa m avremo: m=ρA1v1∆t=ρA2v2∆t da cui segue A1v1=A2v2 (equazione di continuità).

Inoltre in figura sono state indicate le due altezze h1 e h2 alle quali si trovano i due volumetti di fluido V1 e V2: se indichiamo con Fg=mg la forza gravitazionale a cui sono sottoposti i due elementi m di fluido (supponendo che l'accelerazione g sia costante in h), avremo che il lavoro LV (detto di volume) è dovuto alla variazione del potenziale gravitazionale ∆Ug con segno meno, cioè LV=-∆Ug=-mg∆h da cui segue (essendo ∆h=h2-h1):
LV=mgh1-mgh2.
Nota: sulla definizione di energia potenziale vedi il post "Energia potenziale<=>Forza conservativa".

Quindi se non agiscono altre forze sul sistema avremo, per il Teorema dell'energia cinetica (vedi il post "Il Teorema della 'Vis Viva'"), che il lavoro totale LS+LV è pari alla variazione ∆Ec di energia cinetica della massa elementare di fluido m: 
LS+LV=(1/2)mv22-(1/2)mv12
da cui segue per sostituzione e riordinamento:
p1V1+mgh1+(1/2)mv12=p2V2+mgh2+(1/2)mv22.

Infine supponendo che la densità ρ=m/V del fluido sia costante (un fluido ideale è incomprimibile), dividendo entrambi i membri per i volumi V1=V2=V (identici per l'equazione di continuità, vedi la nota sopra) segue l'equazione ricavata da Daniel Bernoulli nel 1738: 
p1+ρgh1+(1/2)ρv12=p2+ρgh2+(1/2)ρv22.
Nota: ricordiamo che nel caso di un fluido confinato (cioè v1=v2=0) per il Principio di Pascal una variazione di pressione ∆p=p2-p1 in un punto qualsiasi del fluido viene trasmessa identica ad ogni punto del contenitore.

In definitiva, poiché possiamo ripetere lo stesso ragionamento per qualsiasi elemento m del fluido, risulterà in generale:
p+ρgh+(1/2)ρv2=costante
ed essendo il fluido ideale la costante sarà la stessa per tutte le linee di flusso.

Si osservi infine che avendo definito LV=-∆Ug ed essendo come abbiamo visto LS+LV=∆Ec segue:
LS=∆(Ug+Ec).

Si noti che il lavoro di superficie LS=-V∆p (in modo analogo a LV=-mg∆h) è un lavoro conservativo***; infatti essendo il fluido ideale e il moto stazionario la variazione di pressione ∆p dipende solo dai due punti del fluido considerato (è cioè funzione della sola posizione); perciò possiamo scrivere LS=-∆Up=-V∆p (dove ∆Up è l'energia potenziale dovuta alle forze di pressione) e quindi dall'equazione precedente si ha:
∆(Ug+Up+Ec)=0.

Il significato fisico dell'equazione di Bernoulli è perciò analogo a quello del principio di conservazione dell'energia meccanica, dove ricordiamo risulta ∆(U+Ec)=0 (vedi il post "E se le forze non sono conservative?"); infatti nel caso del fluido ciò è ancora vero se poniamo per l'energia potenziale:
∆U=∆(Ug+Up).
Nota: in effetti il fluido è stato trattato come un sistema meccanico di particelle in moto, sottoposto a forze di pressione oltre a quella gravitazionale.

(*) Con fluido ideale si intende un fluido con le seguenti proprietà:
-> incomprimibile: la densità ρ=m/V è costante (quindi a parità di massa m il volume V non varia);
-> non viscoso: non si sviluppa attrito interno (e quindi non si ha dissipazione di energia);
-> irrotazionale: non c'è nessun elemento del fluido in rotazione attorno al proprio asse (perciò non ci sono energie rotazionali in gioco).
(**) Il moto di un fluido è considerato stazionario se, fissato un qualsiasi punto del fluido, le sue condizioni fisiche (come pressione, densità e velocità) non variano in funzione del tempo.
(***) In particolare nel caso statico (cioè v1=v2=0) l'equazione di Bernoulli diventa V∆p=-mg∆h che rappresenta la Legge di Stevino; possiamo scriverla anche nella forma differenziale Vdp/dh=-mg poiché dUp=Vdp è un differenziale esatto (essendo il campo delle forze di pressione conservativo). Ma ciò è vero anche nel caso del moto stazionario, infatti essendo d(p+ρgh+(1/2)ρv2)/dh=dp/dh+ρg=0 si ha di nuovo Vdp=-mgdh.
(Inoltre nel caso di un tubo orizzontale risulta h=costante e quindi avremo l'effetto Venturi: p+(1/2)ρv2=costante cioè la pressione esercitata da un fluido diminuisce all'aumentare della sua velocità e viceversa).

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